Pagine

venerdì 17 marzo 2017

Parole - Antonia Pozzi



(Ed. Ancora, 2015)

Antonia  
è una agiata ragazza di città, che viaggia molto e può frequentare le migliori scuole. Inizia a comporre poesie a 15 anni, e ovviamente i primi scritti sono infervorati dalla smania di vivere, conoscere, imparare. Ha un luogo dove rifugiarsi: la grande tenuta di famiglia a Pasturo, ai piedi delle Grigne, luogo prediletto e spesso affiorante nelle sue poesie, come in questa, scritta a 17 anni: 

AMORE DI LONTANANZA - ANTONIA POZZI

 Ricordo che, quand’ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura, 
avevo una finestra che guardava 
sui prati; in fondo, l’argine boscoso 
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo, 
c’era una striscia scura di colline. 
Io allora non avevo visto il mare 
che una sol volta, ma ne conservavo 
un’aspra nostalgia da innamorata. 
Verso sera fissavo l’orizzonte; 
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo 
i contorni e i colori tra le ciglia: 
e la striscia dei colli si spianava, 
tremula, azzurra: a me pareva il mare 
e mi piaceva più del mare vero. 

E poi, una vita tormentata dal bisogno di amore, tanto agognato e mai vissuto appieno.  Negli ultimi anni, come succederà anche per Sylvia Plath, i suoi versi lasciano ampiamente presagire il finale. Ne è un esempio questa poesia, del 1938, pochi mesi prima della morte:



LUCI LIBERE - ANTONIA POZZI
È un sole bianco che intenerisce
sui monumenti le donne di bronzo.

Vorresti sparire alle case, destarti
ove trascinano lenti carri
sbarre di ferro verso la campagna –

ché là pei fossi infuriano bambini
nell’acqua, all’aurora
e vi crollano immagini di pioppi.

Noi, per seguir la danza
di un vecchio organo
correremmo nel vento gli stradali…

A cuore scalzo
e con laceri pesi
di gioia.


A soli 26 anni, Antonia si suicida, come tutti i più grandi. Per l'unico vero, grande e reciproco amore della sua vita, la nonna Nena, lascia un tenerissimo messaggio:

"Direte alla Nena  che è stato un male improvviso, e che l'aspetto"

Antonia Pozzi (Milano 1912 - 1938)

6 commenti:

  1. la mia preferita in assoluto:

    SPAZIOSO AUTUNNO - ANTONIA POZZI

    Or che i violini
    han cessato di suonare
    ed una foglia volteggiando
    sfiora
    il braccio bianco di Venere
    in fondo al viale
    andiamo per la brughiera
    a veder nascere le stelle:
    sono i visi delle ginestre morte.
    Ora infuriano i cavalli nella stalla:
    ma vagano lassù
    con le nubi
    le ombre delle lor lunghe criniere
    rosse.
    Inseguiamo fitte orme come di zoccoli.
    Ed è pieno di ali e di chiome
    invisibili
    quest’aperto campo notturno.

    23 Dicembre 1935

    RispondiElimina
  2. Poi, viene questa:

    NAUFRAGHI - ANTONIA POZZI

    Nàufraghi sugli scogli,
    ognuno narra
    a sé solo – la storia di una dolce casa
    perduta,
    sé solo ascolta
    parlare forte
    sul deserto pianto
    del mare –

    Triste orto abbandonato l’anima
    si cinge di selvagge siepi
    di amori:
    morire è questo
    ricoprirsi di rovi
    nati in noi.

    19 Dicembre 1933

    RispondiElimina
  3. Antonia si stringe alla nonna ("Nena"), cercando conforto tra le sue braccia. Sembra una bambina, a confronto della vecchia che ormai vede la fine dei suoi giorni. E poi, stende quell'ombra triste su entrambe, come desiderando di essere presto accomunate nella morte.

    L'AVA - ANTONIA POZZI

    T'abbraccio per sentire la tua carne
    pregna di pace e vicina a morire -
    Fresca e tetra così
    presso il mio fiato.
    Di là dalle parole: ed ascoltiamo
    al polso uguali battiti - ed uno solo
    ultimo abbeverarsi della vita.
    A riva di neri laghi
    torna a prendere luce
    quest'occhio da te sola fatto azzurro;
    così premendomi al tuo grembo
    e chiusa nel tuo alvo
    profondo, una divengo
    al tuo peso mortale che vanisce:
    tanto che non ci stacchi più la terra -
    ma ad entrambe si faccia buia e lieve.

    1 Maggio 1937

    RispondiElimina
  4. Sorelle, a voi non dispiace
    ch’io segua anche stasera
    la vostra via?
    Così dolce è passare
    senza parole
    per le buie strade del mondo –
    per le bianche strade dei vostri pensieri –
    così dolce è sentirsi
    una piccola ombra
    in riva alla luce –
    così dolce serrarsi
    contro il cuore il silenzio
    come la vita più fonda
    solo ascoltando le vostre anime andare –
    solo rubando
    con gli occhi fissi
    l’anima delle cose –
    Sorelle, se a voi non dispiace –
    io seguirò ogni sera
    la vostra via
    pensando ad un cielo notturno
    per cui due bianche stelle conducano
    una stellina cieca
    verso il grembo del mare.

    Antonia Pozzi

    RispondiElimina
  5. Pianura -Antonia Pozzi

    Certe sere vorrei salire
    sui campanili della pianura,
    veder le grandi nuvole rosa
    lente sull'orizzonte
    come montagne intessute
    di raggi.
    Vorrei capire dal cenno dei pioppi
    dove passa il fiume
    e quale aria trascina;
    saper dire dove nascerà il sole
    domani e quale via percorrerà, segnata
    sul riso già imbiondito,
    sui grani.
    Vorrei toccare con le mia dita
    l'orlo delle campane, quando cade il giorno
    e si leva la brezza:
    sentir passare nel bronzo il battito
    di grandi voli lontani.

    RispondiElimina
  6. Pudore - Antonia Pozzi

    Se qualcuna delle mie povere parole
    ti piace
    e tu me lo dici
    sia pur solo con gli occhi
    io mi spalanco
    in un riso beato
    ma tremo
    come una mamma piccola giovane
    che perfino arrossisce
    se un passante le dice
    che il suo bambino è bello.

    RispondiElimina