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mercoledì 21 settembre 2016

Evangelina - Henry Wadsworth Longfellow






EVANGELINE,  A TALE OF ACADIE - INTRO


This is the forest primeval. The murmuring pines and the hemlocks,
Bearded with moss, and in garments green, indistinct in the twilight,
Stand like Druids of eld, with voices sad and prophetic,
Stand like harpers hoar, with beards that rest on their bosoms.
Loud from its rocky caverns, the deep-voiced neighboring ocean        
Speaks, and in accents disconsolate answers the wail of the forest.
  This is the forest primeval; but where are the hearts that beneath it
Leaped like the roe, when he hears in the woodland the voice of the huntsman?
Where is the thatch-roofed village, the home of Acadian farmers,—
Men whose lives glided on like rivers that water the woodlands,   
Darkened by shadows of earth, but reflecting an image of heaven?
Waste are those pleasant farms, and the farmers forever departed!
Scattered like dust and leaves, when the mighty blasts of October
Seize them, and whirl them aloft, and sprinkle them far o’er the ocean.
Naught but tradition remains of the beautiful village of Grand-Pré.       
  Ye who believe in affection that hopes, and endures, and is patient,
Ye who believe in the beauty and strength of woman’s devotion,
List to the mournful tradition, still sung by the pines of the forest;
List to a Tale of Love in Acadie, home of the happy.

EVANGELINA - Introduzione

Oh la foresta secolare! I pini
Bisbiglianti e gli abeti, a cui s'appiglia
L'edera e il musco, appaion nel barlume
Del soave crepuscolo confusi:
Stan quai canuti menestrelli, il maschio
Petto listato di prolissa barba,
O quai Druïdi antichi, allor che accenti
Spargean mesti e profetici. Solleva
Il vicino oceàn selvaggiamente
La profonda sua voce, dai rocciosi
Specchi riverberata; e lo stormire
de la boscaglia gli risponde, a modo
Di lamentoso assenso.
Oh la foresta
Secolare! ma, dite, ove mai sono
I cor che a le conserte ombre sue cupe
Balzavan, come il biondo capriolo,
S'ode appressarsi de la caccia il grido?
Ricoverti di paglia? Ove l'asilo
Dei coloni d'Acadia, a cui la vita
Trascorrea placidissima com'onda
Di fiumicel, che la campagna innaffia,
Oscurata talor dall'imminente
Ripa, ma speglio a chiaro arco de' cieli?
Ahi quelle apriche fattorie dal foco
Fûro distrutte, e duramente espulsi
Gl'ingenui agricoltor! Così 'l perverso Soffio d'ottobre sibilando innalza La polvere e le foglie, e via per l'aria Le mulina, e le sperde in su le spume Di procelloso mar. Nulla rimane Or del villaggio di Granprato, tranne Il fuggevol ricordo. Oh tu che credi All'affetto che spera, e soffre, e tace Rassegnato; e t'esalti quando invitto Animo femminile a la sventura Miri sacrarsi: ascolta oggi la mesta tradizion che ne la selva i pini Van ripetendo; oggi la storia ascolta D'un fido Amor ne la beata Acadia.

Stile antiquato e conforme all'epoca dei miei libri:  Poems risale al 1899.  Il volume con la traduzione di Carlo Faccioli risale al 1878, e si vede! Ma per questo mi sono davvero preziosi.
Evangelina vive in Acadia (Nuova Scozia). Il giorno del suo matrimonio, improvvisamente, tutti gli abitanti del villaggio vengono fatti sgombrare per l'arrivo dei soldati inglesi, e nella confusione la ragazza rimane separata dal marito. Separazione che durer
à tutta la vita, meno un attimo, nel quale Evangelina, ormai anziana suora-infermiera in un lazzaretto, ritrova il suo perduto marito, ormai morente.


Henry Wadsworth Longfellow
Portland (Maine) 1807 - Cambridge (Massachusetts) 1882

mercoledì 23 marzo 2016

Capitan Tempesta - Emilio Salgari




E' davvero una storia speciale quella che voglio raccontare. Un paio di settimane fa, su una bancarella ad un mercatino, ho acquistato (per un euro e mezzo) un libro in condizioni pietose: impolverato, con le pagine semistaccate... mancando la copertina e il frontespizio, qualcuno li aveva creati ad arte: cartone marmorizzato e carta celeste. A mano, aveva scritto Capitan Tempesta... di cui io ignoravo l'esistenza.


Non riuscendo a stabilire editore e anno di pubblicazione, per poterlo registrare, ho cercato sul web le tavole illustrative. Sono di Alberto della Valle, e il libro è del 1905, edizioni Donath Editore, Genova. 




Durante la ricerca, incuriosita dalla trama, mi sono imbattuta in un articolo, nel quale si diceva che Capitan Tempesta era l'eroina preferita da Che Guevara. E io non sapevo nemmeno che fosse una femmina!

Poi, con calma mi sono messa a restaurarlo, e all'interno, con mia somma e gioiosa emozione, ho trovato due pagine, saldate accuratamente: il sogno di ogni amante del libri. All'interno, nascosta molto bene, questa foto, originale Zentralbild Berliner, di Lenin!




Io credo che un grande pregio dei libri sia quello di obbligarci a dover risolvere assolutamente ogni argomento che desta la nostro curiosità e svela le nostre lacune. A questo punto devo capire cosa contiene di speciale questo libro, da piacere al Che e ad uno sconosciuto che, forse cent'anni fa, ha nascosto la foto di Lenin tra le sue pagine. Devo leggerlo! 

E per farlo, mi sono comprata il libro nuovo.